Un “Sogno” 
venuto da lontano

[Il Friuli] … terra che ha sempre sofferto, nella sua configurazione: terra di conquista, terra sottomessa … però potrà cantare la sua prima viva poesia, le villotte. Perché noi siamo un popolo che canta, anche quando ha da piangere. È questa la nostra migliore natura, come quella di tuo figlio vero grande poeta del popolo, voce dei poveri! [David Maria Turoldo. Lettera alla madre di Pier Paolo Pasolini. Novembre 1975] 


In queste parole scritte e lette dal poeta Turoldo durante il funerale dell’amico artista, Pier Paolo Pasolini, possiamo individuare le comuni radici, le forti motivazioni, l’amore e la passione per il canto friulano che, già decenni prima, animavano il fervente animo del compositore Rodolfo Kubik. 
In oltre 50 anni di attività, spesi tra la composizione di musica vocale e strumentale, arrangiamenti ed elaborazioni senza alcuna preclusione di stile musicale, l’insegnamento e l’attività di direttore d’orchestra e, soprattutto, di Ensemble vocali (la grande passione della sua vita), si rivela l’amore per la sua terra. Anche se forzatamente lontano dal luogo natio, il cuore pulsa – sincronizzato – con quello del suo popolo friulano, il Canto (… anche quando ha da piangere…) è quello dei suoi cari, quello degli amici, è il Canto dei monti e dei fiumi, il Canto delle storie tristi e gioiose, dei giochi e dell’ilarità, della vita semplice e umile del mondo contadino friulano.  
È da questa ‘visione’ che ha preso vita il desiderio e l’esigenza di una approfondita ricerca sulle Villotte e Canti del Friuli Venezia Giulia composti ed elaborati da Kubik. Un’estesa produzione che evidenzia il suo attaccamento alle genti e alla cultura friulana, ma ancor più a quell’oceano di relazioni amicali e spirituali con i poeti coevi della sua terra, autori di quei testi che diverranno inesauribile fonte d’ispirazione. 
Uomo di frontiera, costretto per tutta la vita a peregrinare tra Istria, Italia e Argentina. Da qui il titolo del progetto “Voci e suoni oltre confine”: quel confine che la musica “non conosce” e che per sua natura è consona ad abbattere, che svanisce nel momento in cui, sulle ali delle note, lo Spirito vince i limiti spazio-temporali, e l’artista – freccia lanciata dal teso arco – unisce in un’unica realtà  coloro che vivono tra le sicure mura dei luoghi natii e i loro cari emigrati in terre lontane. 
L’intento di questo lavoro, che prende avvio con questi tre volumi dedicati alle Villotte e Canti del Friuli Venezia Giulia, vuol esser quello di portare alla luce un copioso archivio, così da dare voce all’opera di un compositore che, se già noto e presente nei repertori di molti cori, merita indubbiamente una maggior visibilità e conoscenza. 
Nonostante le sue frequentazioni con alcune tra le più rappresentative personalità del mondo musicale del 900° (basti pensare agli scambi culturali con Arnold Schönberg e Heitor Villa-Lobos), Kubik è ‘maniacalmente’ concentrato a far sì che le sue opere, dedicate all’amata patria terra, non subiscano alcuna influenza linguistico-musicale che possa in nessun modo minare l’autenticità dello Spirito musicale friulano. La voce di Kubik diviene così un prezioso collante, tra chi vive in patria e chi è costretto alla lontananza, in quel drammatico momento storico di separazione politica e geografica. 
L’aver attinto per la realizzazione di opere musicali ai testi di noti poeti friulani, tra i quali: Biagio Marin, Pier Paolo Pasolini, Eddi Bertolussi, Alberto Picotti, favorisce senza alcun dubbio la diffusione dei suoi lavori, accolti fin da subito, con entusiasmo e passione, da numerosi Cori. Altresì va ricordato l’interesse suscitato in musicisti e musicologi friulani, dediti in particolare alla musica sacra, quali don Gilberto Pressacco, don Albino Perosa e don Oreste Rosso.
Particolare attenzione, in questi primi tre volumi dedicati alla sua opera, è stata data alla grande forma musicale di origine friulana: la Villotta.
L’assenza dell’opera “Va vilote puartade dal vint” non è una dimenticanza, nonostante abbia rappresentato il punto di partenza della nostra ricerca. Questa importante composizione sarà oggetto di prossima pubblicazione e le verrà dedicato tutto lo spazio che merita. Un lavoro che è stato eseguito innumerevoli volte a partire dalla prima rappresentazione in Argentina nel 1956 fino alle ultime esecuzioni che andiamo ricordando per i “Colonos” di Villacaccia di Lestizza (Ud) nel 1997 e a Udine nel 2014. 
La Villotta di Rodolfo Kubik è sempre caratterizzata da una profonda attenzione nel cogliere la sottile aderenza tra parola e linea musicale. Un atteggiamento che potremmo quasi definire madrigalistico, inteso come strettissimo e sinergico rapporto tra musica e poesia. Kubik è particolarmente attento  alle singole parole e alla ricerca di immagini poetico-musicali che possano esprimere il concetto del testo.
Nella sua opera si coglie un raffinato gusto armonico, mai scontato, fortemente ancorato al linguaggio musicale italiano, più strettamente friulano. Maestria si riscontra nella gestione delle singole linee delle voci. Nel caso di una molteplice elaborazione di uno stesso brano, Kubik non si limita a una semplicistica ridistribuzione delle singole parti vocali ma, per ottenere una maggior fluidità del risultato finale, dedica grande attenzione ai movimenti delle singole linee, comprese quelle interne, ben conscio che per ottenere un buon risultato il compositore deve far sì che ogni voce goda di un propri0, autonomo ed efficace andamento melodico. Gli accompagnamenti strumentali ricoprono un ruolo di sostegno o arricchimento delle parti vocali: mai invadenti o virtuosistici. 
Si riscontra, inoltre, una grande ricchezza di agogiche, segni espressivi, dinamiche caratterizzate da cambi repentini, annotazioni e commenti inseriti tra i pentagrammi dei manoscritti. Una grande raffinatezza e meticolosità, quasi maniacale, sicuramente finalizzate ad ottenere il risultato esecutivo più vicino alla sua desiderata. 
Nei casi in cui il maestro Rodolfo Kubik abbia realizzato dello stesso brano elaborazioni per diverse formazioni corali, si è voluto, per completezza (senza assumerci l’onere di scelta), riportarle tutte. 
È alquanto significativo l’utilizzo della lingua friulana di Eddi Bortolussi, Alberto Picotti, Lelo Cjanton, Fabio Galliussi (per citarne alcuni), per passare al gradese di Biagio Marin, al bisiaco di Albino Torre, Silvio e Valentino Domini fino al casarsese di Pier Paolo Pasolini. Un intreccio di parole, suoni testuali, onomatopeiche, conoscenze, accenti e storie che amplificano un denso patrimonio, unico nel suo genere.
Tra i diversi documenti autografi emersi si può riscontrare la sua volontà di giungere a questa pubblicazione già negli ultimi anni della sua vita. Basti leggere le numerose lettere inviate all’amico Alberto Picotti al quale chiede (rivolgendosi anche all’allora Senatore e Presidente di Ente Friuli nel Mondo, Mario Toros) aiuto e sostegno nella ricerca di quei fondi necessari per la realizzazione di questo suo Sogno. Oltre alle opere originali, in questo suo progetto/sogno molto articolato, dedicava grande spazio a elaborazioni su importanti melodie di noti musicisti friulani, quali Arturo Zardini e Albino Torre. 
Siamo lieti di poter oggi, a distanza di tanti anni, realizzare – grazie in particolare all’impegno e alla passione di sua figlia Julieta – questo grande Sogno di Rodolfo Kubik, sperando di aver fatto cosa buona e gradita.


Domenico Clapasson, Presidente Aldebaran Editions
Daniele Parussini, Direttore Musicale Centro Studi Turoldo

Biografia

• Nato a Pola il 24 gennaio 1901, da Guglielmo (nato a Venezia nel 1866 da padre oriundo dell’attuale Repubblica Ceca e da madre trevisana) e da Giovanna Calligaris (di antico ceppo ronchese, nata a Ronchi nel 1872). 
• Nel 1903 la famiglia si trasferisce definitivamente nel paese materno, Ronchi dei Legionari. Il padre presto assume la direzione della banda cittadina locale e Rodolfo cresce nella compagnia di suoni, strumenti e canti. Negli anni della Grande guerra, nel campo di profughi di Wagna, nella Stiria, viene incaricato dal prof. Rodolfo Pellis, che nota i suoi talenti musicali, di insegnare alcuni strumenti mentre studia pianoforte con Arturo Cesare Seghizzi. Ed è proprio in quel campo che nascono le prime composizioni. Subito dopo la guerra la famiglia torna a Ronchi, e Rodolfo si iscrive al Conservatorio Statale di Musica di Trieste studiando composizione con il Maestro Antonio Illersberg. Questo di lui scrive: «Attesto di aver rincontrato nel sig. Kubik, oltre ad una straordinaria facoltà creativa come compositore, una specialissima naturale attitudine quale istruttore e direttore di complesse corali» ed è sicuramente Illersberg quello che avvicina a Kubik l’opera e la teoria dodecafonica di Arnold Schönberg e lo motiva fino a mandarlo a studiare e lavorare ne gli anni successivi a Vienna.
• Dal ‘19 al ‘27 Kubik svolge un grande lavoro come organizzatore culturale, direttore di bande, di cori e compositore. Fonda la Società Filarmonica “G. Verdi” a Ronchi e ricostruisce tanti ensemble. Va e viene tra Ronchi-Vienna-Monfalcone e Trieste. Sono anni difficili, ma sono anche anni decisivi per la sua musica: conosce Schönberg, Adler e Balabanoff; scrive opere, commedie musicali, inni … e sicuramente è il periodo più ricco per catturare il sentire proprio delle canzoni, i testi e melodie della Regione. 
• Nel 1922 ottiene il diploma di I grado al concorso di cori friulani (C.A.I. di Gorizia)
• Il 30 aprile 1927 parte per l’Argentina dove si fa conoscere come pianista accompagnatore ai cinema della città di Buenos Aires, e pian piano viene riconosciuto come compositore e direttore di complessi corali e strumentali. Direttore del Coro della “Asociacion Argentina de Musica de Camara”, direttore delle orchestre e dei cori di LR Radio Argentina, Radio Prieto, Radio Cultura, Radio Nacional, Radio El Mundo e il Coro Internacional Kubik. 
• Nel 1940 fonda il Coro Universitario de La Plata per il quale scrive ed elabora circa mille composizioni e con il quale raggiunge la massima espressione corale e culturale in tutt’America Latina.
• Nel 1970, riceve la massima onorificenza slovena nel campo musicale, la «Gallusova Plaketa» e il Friuli (in segno di grande riconoscenza per l’attività svolta in campo musicale e la divulgazione della musica friulana all’estero) assegna al maestro Kubik il prestigioso premio «Epifania» di Tarcento, considerato anche come il «Premio Nobel della Friulanità».
• Muore a Buenos Aires il 10 aprile 1985.

Pubblicazioni

Il progetto “Voci e suoni oltre confine”, ideato dal Centro Studi Turoldo e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, trova il suo compimento in 3 volumi dedicati al compositore Rodolfo Kubik e curati da Domenico Clapasson e Daniele Parussini.
Villotte e Canti del Friuli Venezia Giulia vuole portare a compimento un sogno che fu dello stesso compositore, e cioè di pubblicare la raccolta di tutte le liriche da lui composte su testi di numerosi autori da Eddi Bortolussi a Alberto Picotti, da Biagio Marin a Pier Paolo Pasolini.

Contenuti

Elenco delle composizioni Completo

Elenco delle composizioni Voce e Pianoforte

Elenco delle composizioni Coro Maschile

Elenco delle composizioni Coro Misto

Poeti

Le relazioni culturali di Rodolfo Kubik lo hanno visto in contatto con numerosi poeti del Friuli Venezia Giulia. Sintomo di un fermento culturale importante e non circoscritto geograficamente ma già a metà del XX secolo molto esteso. Con questa mappa desideriamo mettere in mostra i poeti il territorio della regione in cui hanno operato.

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